Figure professionali e tecniche investigative

Uno degli aspetti più importanti, nella conduzione di un indagine in seguito ad un fatto criminoso, risiede nella corretta esecuzione dei propri compiti, qualunque essi siano, evitando di eseguire azioni che travalichino le proprie competenze: è accaduto in passato, continua ad accadere oggi e lo stesso problema si presenterà anche in futuro, che determinate persone coinvolte in un’indagine abbiano deciso, unilateralmente, di compiere azioni sbagliate.

In questo modo, in taluni casi criminosi non si è mai giunti ad identificare in modo preciso la verità dei fatti: e, tutto questo, a causa di una indicibile negligenza da parte di qualche investigatore.

Le figure professionali coinvolte nelle indagini, quindi, posseggono competenze ben differenziate l’una dall’altra: il magistrato inquirente, ad esempio, possiede determinate tecniche investigative che gli sono proprie, e gli permettono di coordinare un’indagine, siccome la padronanza delle leggi gli permette di sapere cosa fare e quando farlo entro i limiti del rispetto della legge.

Per le intercettazioni ambientali, invece, spesso è necessario fare ricorso ad informatici la cui formazione sia particolarmente arricchita da specializzazione che permettano di fare confronti dei dati in modo rapido ed efficace, e di adattare gli strumenti impiegati nelle indagini in modo flessibile ed efficiente. Devono inoltre conoscere l'utilizzo e le caratteristiche di alcuni articoli investigativi come la microspia, il registratore ambientale o microregistratori, il rilevatore di microspie e molto altro ancora.

Del resto, poi, per le analisi di tracce ematiche potrebbe essere necessario l’intervento di un medico legale, di un laboratorio specializzato in analisi del dna, oppure, di perizie balistiche per stabilire che tipo di arma possa essere stato usato in una sparatoria. Insomma, tante sono le tecniche investigative, a seconda della scena del crimine, e tante sono le professioni.